Quello che sembrava profilarsi come un incontro di pugilato, in realtà è stato un passaggio generazionale, di stili, di abitudini e di classe. Dopo mesi di sfide in pubblico finalmente questa mattina, poco dopo le 4, siamo arrivati al teatrino Tyson Vs Paul.
Uno youtuber contro uno sportivo, tanta scena contro tanta sostanza. Come avrebbe detto Apollo Creed nel film di Roky, il non plus-ultra del pugilato contro il non plus ultra delle polpette.
Per assicurarsi il sold-out hanno messo in campo tutte le strategie, dai rinvii agli insulti, fino alla rissa.
Mike Tyson questa volta ha portato a casa ben 20 milioni di dollari. 8 riprese , 2 minuti cadauna, guantoni spessi come cuscini, il giovane ragazzo non poteva uscirne sfigurato. Chi vi scrive ha praticato pugilato e vi assicura che il re della boxe non si è mosso, si è limitato a schivare i colpi, trovandosi davanti ad un Paul che combatteva solo, si affannava, era agitato, sembrava un piccolo di 7 anni che giocava alla lotta con il papà, che lo toccava con delicatezza, come si farebbe con un bambino. Giusto così, una star tra gli influencer contro il campione indiscusso e assoluto della boxe.
Si sono dati una chance reciproca, un mare di fama e soldi, per Jake Paul, in cambio di 20 milioni per Mike Tyson.
Il match è stato combattuto all’insegna del rispetto, Paul 10 secondi prima dell’ultima campana si è inchinato al re leone, lo ha abbracciato, lo ha ringraziato. Tutto chiaro IronMike è stato al gioco e lui ha mostrato la sua gratutudine e sia chiaro a tutti.
Torniamo all’incontro, Mike Tyson ha dominato il ring, stile e tecnica pugilistica, ha schivato quasi tutti i colpi dello youtuber, senza sferrare nemmeno un affondo, qualche gancio, un diretto ma leggeri come si farebbe in allenamento.
Paul sempre a mani basse, si è trovato davanti IronMike che lo avrebbe potuto colpire e stendere almeno 5/6 volte, ma il campione ha fatto bene la sua parte. Lo ha colpito un paio di volte ma delicatamente, sicuramente senza spingere come spinge in palestra. Ricordiamo che il pugile all’età di 58 anni, solleva ancora 180 kg sulla panca piana. Impressionante. Solo un errore, una caduta di stile sulla sceneggiatura, Paul circondato dallo staff, entra in limousine, come se fosse stato l’unica star della serata, il re della boxe è entrato solo, ha percorso la rampa ed è salito sul ring, a testa bassa, forse non se la sentiva di prendere per i fondelli chi ci credeva veramente, lui che è abituato a guardare il suo pubblico negli occhi, come si addice per un vero imperatore.
Dieci secondi prima del suono dell’ultima campana Paul si inchina e ringrazia il Re, vince ai punti e lo spettacolo finisce. Cambio di testimone tra generazioni, lo sport contro la vita virtuale, lo spettacolo ha reso l’idea, al passo con i tempi. Peccato che l’influencer si è beccato i fischi finali dal pubblico. Arroganza? ci sta, il suo personaggio è questo.
Abbiamo visto un pugile ammaestrato dalla vita, addomesticato, forte ma stanco. Questa è la vita, puoi essere il più forte al mondo, il più ricco, ma alla fine vince lei.
Vi saluto ricordandovi “La Livella” scritta da totò nel 1964.