A seguito dell’interpellanza relativa alla situazione attuale del progetto di riqualificazione dei voltini del viadotto ferroviario che costeggia via Giacomo Buranello e delle risposte arrivate dall’assessore al Commercio del Comune di Genova, si esprimono la consigliera comunale di Azione e capogruppo Gruppo Misto Cristina Lodi, Manuel Aragundi, capo gruppo misto Municipio centro ovest e Fabrizio Maranini, coordinatore Municipio Azione Genova.

«Via Buranello soffre la mancata istituzione dei patti d’area richiesti da molto tempo dal municipio che rappresenta il territorio per poter rilanciare la vocazione della via a diventare un volano che possa far girare il commercio, l’artigianato e l’associazionismo, così forte in tutta la delegazione – dichiarano i consiglieri – Purtroppo, a oggi ulteriori negozi stanno chiudendo perché i costi degli affitti sono troppo onerosi, perché la via non vede più il passeggio di un tempo. Con i patti d’area e affitti calmierati, si potrebbero l’inserire, oltre ad attività commerciali, diverse attività associative che potrebbero usare i voltini in co-working, arrivando persino ad aprire una bottega solidale gestita da volontari, come succede in locali di altri quartieri. L’obiettivo è quello di dare ai cittadini, e non solo a chi vi risiede, un motivo in più per sfruttare la zona.

A seguito della proposta dell’assessore comunale che prevedeva l’istallazione nei voltini ferroviari di strutture prefabbricate mobili, per  ospitare le attività commerciali, e a consentire i controlli periodici di Ferrovie, abbiamo presentato un’interpellanza per chiedere quali verifiche fossero già state fatte e quali ancora da fare per avere un riscontro di fattibilità, quanti voltini risultassero chiusi oggi sul tutto il viadotto ferroviario di via Buranello e quanti voltini potrebbero venire occupati dal progetto. Inoltre, abbiamo chiesto la possibilità di assegnare più voltini per molteplici usi dall’insediamento di commercio, artigianato, associazioni e alcuni ecopunti per poter levare i bidoni dalla strada e recuperare in questo modo anche il decoro urbano e l’igiene pubblica della via.

Alla nostra interpellanza, l’assessore al Commercio del Comune di Genova ha affermato che si utilizzeranno delle strutture prefabbricate mobili per dare la possibilità ad R.F.I. di ispezionare le volte dei voltini, in questo modo potranno venire inserite attività commerciali e sociali nei 23 voltini che verrebbero ristrutturati ed ecopunti, parcheggi per le biciclette e persino alcune vetrine nelle 34 nicchie. È stato inoltre affermato che i lavori dovrebbero iniziare dal ponente già a marzo per venir ultimati in 12 mesi a levante. Nel frattempo, si punta a un bando specifico con bonus per calmierare i canoni come sono i patti d’area istituiti da tempo in altre zone della città.

Siamo soddisfatti delle risposte arrivate dall’assessore ma restiamo perplessi perché, per l’ennesima volta, ci troviamo d’innanzi a un progetto calato dall’alto al quale non ha avuto alcun modo di partecipare sia il Consiglio Comunale – se il progetto fosse stato preventivamente discusso in commissione – e ancor meno il Consiglio Municipale, che è l’assemblea eletta da 60mila abitanti di Sampierdarena e San Teodoro. Una modalità che si conferma accentratrice e che lede il principio stesso del decentramento e della partecipazione».