Sul tema del Palasport, del Waterfront di Levante e dell’interesse da parte del Comune di Genova di acquistare l’arena del palazzetto, interviene la consigliera comunale di Azione, capogruppo di Gruppo Misto, Cristina Lodi: «Quando nel 2018 il Comune decise di vendere il Palasport ai privati io fui tra le prime, nelle varie commissioni consiliari alla presenza di Coni e di tutti gli enti rappresentativi dello sport, a oppormi fino in fondo alla privatizzazione del palazzetto – afferma la consigliera – Mi opposi anche al ridimensionamento in termini di spazi del valore del palasport stesso rispetto a una visione di sport in città e rispetto a quello che aveva significato in passato: oggi si parla di un pubblico massimo fino a 5000 spettatori giusto per mantenerne una bassa funzionalità poiché molti spazi parevano essere diventati puramente commerciali. Ritengo che non ci sia alcuna volontà da parte del Comune di rilanciare la palazzina dello sport a cui erano molto legati genovesi, ma che sia una mera operazione economica per calcoli mal fatti dall’inizio sulla vendita dell’intera area e la tenuta dell’operazione privata complessiva.
Lo sport continua a non essere al centro delle politiche di trasparenza, lo dimostra anche la mancata risposta alle diverse mie richieste scritte all’assessore Bianchi sulla destinazione e la distribuzione dei fantomatici 4 milioni in vista di Genova Capitale dello Sport 2024. Siamo in arrivo di approvazione bilancio con molti buchi sul sociale, sul socioeducativo e sul sistema dei servizi ai cittadini e ancora una volta chi vincerà nelle scelte dell’amministrazione comunale? Non certo i servizi sociali e socioeducativi, ma nemmeno lo sport e il commercio. che ultimamente subiscono scelte fatte senza il coinvolgimento delle rappresentanze di questi mondi.
Per la questione del futuro del palasport, dell’arena e degli spazi commerciali, ho chiesto una commissione consiliare urgente con l’audizione di tutte le associazioni di categoria ed enti rappresentati dei due settori, sport e commercio. Per la programmazione delle attività commerciali in città ricordo che stiamo ancora aspettando la stesura di un piano comunale del commercio votato all’unanimità in un documento che presentai in un consiglio monotematico: forse un piano impedirebbe di fatto da subito operazioni di questo tipo di cui nessuno pare sappia niente».