Il Genovese, agonisticamente ingordo, da quando ha 2 anni sui tappeti, autodidatta insieme al padre Demetrio, atleti con l’agonismo nel sangue.
A 7 anni, se non vinceva piangeva, non se ne faceva una ragione, era come strappare la play ad un adolescente, play di cui non vuole sentire parlare, lui combatte nella realtà.
Da quando si è dato alle competizioni non ha mai smesso di vincere. Ha lottato sotto leva, sotto peso e in qualche torneo se non osserva questa regola rischia di rimanere senza avversari, i quali, al suo cospetto, preferiscono ritirarsi e restare a casa. Definito il Tyson della lotta, sbaraglia gli avversari senza farli respirare. Non usa trucchi, ne violenza, non intimidisce l’avversario, che per lui è un compagno di giochi, le finte le lascia ai calciatori, si avvicina al competitore e con una tecnica impeccabile e la sua forza imponente solleva l’avversario e lo schiena in meno di 10 secondi.
Questa è la trama di quasi tutti gli incontri. Talvolta Kikko dopo aver schiantato e schienato l’avversario lo lascia, sembra dargli una seconda possibilità, o forse allunga la competizione per sfruttarla come allenamento, generosità o superbia? chiedetelo a lui.
Kikko, ha infranto tutte le regole e gli schemi. Il suo allenatore, il padre, lo ha cresciuto atleticamente in una cascina di legno, una immagine alla Roky.
Una cascina all’interno della quale entra ogni tanto anche qualche altro atleta, per imparare qualcosa. Kikko si presta, lo fa sempre, lo fa con tutti, la sua porta e quella della sua famiglia è sempre aperta.
Abitano a Busalla e quando l’inverno si fa freddo, si mettono in tuta e lottano sulla neve. Il freddo, per un atleta concentrato non esiste. Stessa cosa sotto la doccia, l’acqua fredda protegge il corpo e rinforza le difese immunitarie.
Talvolta lotta semi bendato, quasi al buio, incredibile ma vero.
Kikko, come suo fratello Mattia, suo padre e sua madre, non fuma, non beve, mangia sano. Lo ha deciso lui. Il padre e la madre, quando era piccolo riuscivano a rifilargli una aranciata e un pacchetto di patatine, ora Kikko non ne vuol sapere, è tempo di lotta, vuole essere il migliore.
Su di lui la nazionale Italiana, c’è da giurarci che lo vedremo indossare la bandiera alle olimpiadi.
Quando è in Italia chiede al padre di seguirlo nella sua seconda missione. Preparano panini al prosciutto e li portano ai senza tetto, non lo fa per pubblicità, nemmeno lo conoscono.
Lo fa con i soldi di famiglia, nella lotta non si guadagna.
Non chiamatelo Riccardo, Kikko il Ronaldinho della lotta, è apprezzato dagli atleti e dagli allenatori che arrivano in processione nel piccolo comune per passare 10 minuti con lui, per imparare qualcosa, arrivano dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Cecenia, un piatto caldo e un letto, lo trovano sempre.
Kikko, un esempio, ma Busalla non ha uno spazio da adibire a palestra per favorire la crescita e l’immagine del paese. Occasione sprecata, probabilmente il sindaco e la giunta non si sono nemmeno accorti di ciò che sta accadendo. Siamo ancora in tempo per affiancare il giovane quando lotterà per conquistare il podio, la vetta più alta del mondo.
I lottatori sono tutti fratelli, si conoscono, si rispettano, sanno divertirsi, sono uniti in ogni parte del mondo, combattono la loro “guerra” sul tappeto, e poi si scattano un selfie.
Ogni volta quando vince, sorride sinceramente e abbraccia l’avversario che ricambia, che lo ha affrontando conoscendo il risultato, solo per poter dire e raccontare con gioia, ho incontrato il barbaro, e ho perso. Gioia e onore allo sfidante.
Umiltà, forza, tecnica, divertimento e generosità. Benvenuti nel mondo di Kikko, se avete fortuna da lottatori o da spettatori, superate i 10 secondi con lui. I suoi tifosi prendono l’aereo per vedere incontri da 10 secondi.
Per il resto, tutto da scoprire.
A breve l’elenco delle gare da lui disputate e vinte, praticamente tutte, le elencheremo in un secondo momento, intanto godiamoci l’atleta.
Kikko Bonanno, Riccardo, suo padre Demetrio, sua madre Carla, suo fratello Mattia, Noemi e due cagnolini, questa la sua forza, sembra retorica? No, questa è la storia di una famiglia che ha realizzato e sta realizzando il sogno di un bambino ormai campione e adulto.
Nei video Kikko durante tre schiaccianti vittorie.