Che nessuno punti il dito sul personale, la Questura, ufficio immigrazione, in Via D’Annunzio, è chiaramente in affanno quando si tratta del permesso per asilo politico, rispetto ad altri uffici, si creano situazioni di disagio a dir poco disumane, non per colpa degli uffici centrali. In via D’Annunzio, solo per chiedere appuntamento,  bisogna presentarsi nei giorni di lunedi o giovedi, dalle 8 in poi, ma ovviamente la coda comincia a formarsi prima.

Alle 8.15 il personale comincia a dare i bigliettini con i numeri, e se non si riesce a prendere il numero perche si arriva più tardi di questo momento, si passa al turno successivo.

Per adesso niente di particolare. La vera questione è che l’appuntamento viene dato a più di un anno di distanza, nel frattempo è VIETATO LAVORARE!

Queste persone non possono lavorare, non possono comprarsi da mangiare, non possono prendere in affitto una casa, non possono farsi assegnare il medico. Vivono nella paura.

Per quanto riguarda gli appuntamenti, oggi, se qualcuno arriva in ritardo, deve chiedere un nuovo appuntamento.

Non è finita qui. Se qualcuno volesse aiutarli e dar loro un lavoretto, per non lasciarli in balia della povertà rischierebbe grosso. Infatti queste persone NON POSSONO LAVORARE E PER PIÙ DI UN ANNO DEVONO VIVERE DI SPERANZA E UN POTENZIALE DATORE DI LAVORO RISCHIEREBBE DENUNCE DALL’ISPETTORATO E DAGLI ORGANI DI COMPETENZA.

Ci dicono che la stessa questione si presenta a Torino e Roma.

Peccato che Genova conta solo poco più di 800 mila abitanti.

Siamo in Italia, 2023, un paese che manifesta intenzioni civili, speriamo che qualcuno metta mano a questo disastro.

La soluzione?, rilasciare nell’immediato un codice fiscale e l’autorizzazione a lavorare con contratto a scadenza fino alla decisione della commissione.

Nella foto VERA, una famiglia condannata alla povertà per almeno un anno, i bambini hanno rispettivamente 4, 7, 12 anni.