È accaduto in provincia di Genova, dove quello che si sarebbe qualificato come Comandante dei Vigili, poi ridimensionato a Vice Comandante, avrebbe tentato di imporsi ordinando ad un familiare del destinatario di ritirare una notifica. La vittima un Agente di Polizia, che ha dovuto sopportare le insistenze del Vigile che pretendeva di consegnare l’atto. Il vigile avrebbe ordinato al poliziotto di uscire di casa di qualificarsi e di ritirare l’atto minacciandolo di conseguenze. Il poliziotto tra l’altro affetto da covid, avrebbe avvisato il vigile della malattia e si sarebbe qualificato ma nonostante tutto la discussione è continuata e i toni si sono ulteriormente inaciditi quando il Vigile Urbano ha preteso che l’agente si recasse in strada.

Tutto questo davanti alla moglie e alla figlia piccola della vittima.

Il vigile avrebbe dato dello “scemo” all’agente.

La notifica non è stata consegnata.

Dopo l’ennesimo episodio si pone l’interrogativo  sull’opportunità di assegnare i vigili urbani, che negli anni si sono fatti cambiare il nome da vigili urbani a Polizia Municipale, a compiti diversi dal dirigere il traffico.

E noto che i comparti sono sotto di organico, che non ricevono la stessa formazione tipica, dovuta, consolidata e autorevole che viene fatta dalle scuole di polizia e che quel lavoro spesso viene considerato come seconda possibilita da cittadini che non riescono a passare i concorsi nelle ff.oo e che vinti i concorsi si comportano da sceriffi e padroni.

Insomma, qualcosa andrebbe rivisto, e sia striscia la notizia che le iene hanno saputo mettere l’accento sugli abusi di alcuni operatori del settore.

Che anche questo sia uno di quei casi?

Ricordiamo che nessuno è obbligato a ritirare atti destinati a terzi e che i Vigili Urbani non possono ordinare di farlo.